Un convegno promosso dall’associazione fondata dal prof. Giuseppe Noia
Giuseppe Noia. Un nome tra tanti, ma che per molti genitori ha rappresentato e rappresenta ancora oggi la possibilità di stringere il proprio bambino tra le braccia. Un ginecologo di rara capacità e sensibilità, un dono per centinaia di famiglie.
Pino Noia, come amichevolmente si fa chiamare nell’ambiente medico, rappresenta oggi l’eccellenza in ambito prenatale. Lui che nell’arco della sua carriera è sempre voluto andare oltre, non si è mai accontentato di esercitare la sua professione in modo ordinario. Lui che ha desiderato fortemente la ricerca, che ancora oggi lo appassiona, al solo scopo di salvare quanti più bambini possibile da malattie che stanno diventando curabili, grazie al lavoro svolto dal suo gruppo all’interno dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
Oggi il prof. Noia è responsabile del Day Hospital di Ginecologia del Policlinico Agostino Gemelli, un centro di diagnosi prenatale e soprattutto di Terapia Fetale di III livello, all’avanguardia nel nostro paese. Il luogo dove ogni giorno decine di “pancioni” transitano pieni di speranza. Mamme che provengono da altri centri, ove è stato diagnosticato un problema al bambino atteso, oppure mamme con problemi congeniti che riescono solo con mirati interventi farmacologici e gestionali, a portare a termine una gravidanza. Senza contare le decine di mamme comprese nel gruppo che viene chiamato “scarsa assistenza” e che include anche le ragazze madri di case d’accoglienza come quelle gestite dalle Suore di Beata Madre Teresa di Calcutta.
Tutto gestito con grande professionalità e soprattutto grande cuore… è anche per questo che il Professore, con la P maiuscola, come lo chiamano tutti i genitori che si sentono confortati e assistiti nel modo migliore, riesce in cose ancora ben lontane dall’essere comuni a tutto il mondo medico.
Innanzitutto il numero dei casi seguiti dal Centro è enorme, ma soprattutto la quantità di genitori che, incoraggiati dalla professionalità e dall’approccio a misura d’uomo che viene svolto all’interno del DH di Ginecologia, ha permesso nel corso degli anni di accumulare una conoscenza concreta della storia naturale di molte patologie. Questo consente oggi ai neo genitori di beneficiare di quella conoscenza, e di poter godere dei migliori approcci terapeutici.
Un anno fa, il prof. Noia ha desiderato fortemente costituire una Associazione, dove all’eccellenza medica si unisse il beneficio della fede cristiana. È così nata la A.I.G.O.C. (Associazione Italiana Ginecologi e Ostetrici Cattolici), che raccoglie per l’appunto tutti i ginecologi che vivono la propria professione alimentandosi anche con la fede.
Il prossimo 16 novembre, la AICOG svolgerà il suo primo Convegno Nazionale. Abbiamo chiesto al professore qualche notizia in merito a questo evento, che vuole essere un traguardo sentito, un puntello a quanto, in questo anno di lavoro e confronto è stato acquisito, con un titolo ambizioso: “La verità sulla vita umana: scienza, fede testimonianza”.
– “Professor Noia… Scienza e Fede: è davvero ancora possibile coniugarle, oggi?”
– “Sicuramente è possibile coniugarle, perché abbiamo gli elementi di conoscenza che si fondano sul fatto di utilizzare “le ragioni della ragione”. Questi sono gli elementi che uniscono la scienza e la fede. Qualcuno potrà dire “ma la ragione, cosa c’entra con la fede?”… Sicuramente c’è un livello in cui la razionalità dà significato a tutti quei processi su cui poi interviene la fede, ma una base razionale che accomuna la scienza alla fede c’è, soprattutto con un obiettivo unico, che è il servizio alla persona umana”.
– “E la testimonianza?”
– “La testimonianza si inserisce nel contesto del nostro Convegno, perché una scienza che si auto contempla, che parla anche di cose belle, eticamente giuste, e non si esprime poi nel fare, è come se fosse una fede senza le opere. Ecco perché è importante la testimonianza, affinché non ci sia una contemplazione narcisistica della scienza, ma il confronto con la testimonianza riporti al vero obiettivo della scienza, che è il servizio alla persona umana”.
– “Quali sono le difficoltà che un medico a difesa della vita incontra, oggi, nel vivere la propria professione nella verità?”
– “Innanzitutto l’irrisione e il pregiudizio culturale che una persona credente non possa fare una buona scienza. I trent’anni della mia attività, i due libri, più i 400 lavori pubblicati dimostrano esattamente il contrario. Sono un uomo di fede e un uomo di scienza; direi che per certi aspetti la fede mi ha aiutato ad applicare una eccellenza scientifica, come dimostrano i lavori sul trapianto prenatale, un modello che abbiamo solo noi, che ha ideato solo il mio gruppo. Questo è un modello che si porrà in futuro a servizio della cura di malattie genetiche opponendosi all’aborto eugenetico”.
– “Cosa intende comunicare al mondo scientifico attraverso questo Convegno?”
– “La bellezza e la meraviglia della persona umana e della vita umana. E ho voluto che tante discipline affrontassero questo problema: innanzitutto la base dottrinale, teologica e antropologica. Poi la parte scientifica, la parte giuridica; poi tutto quello che è espressione della verità della persona umana nella politica, nel mondo dei mass-media. Infine ho voluto anche la testimonianza.
Tutto questo in una giornata in cui noi veneriamo questo santo medico, San Giuseppe Moscati, che quasi è stato l’emblema di come fede e scienza possano coesistere e come la verità della scienza si coniughi con la verità della persona umana. Lui difatti diceva: “Ama la verità; e se questa verità ti costasse, tu sii pronto a pagare questo sacrificio. E se anche ti costasse la vita, tu sii pronto all’estremo sacrificio”.
L’appuntamento è quindi per martedì 16 novembre, alle ore 8,30 presso l’Aula Brasca situata al quarto piano del Policlinico Gemelli. L’ingresso è libero e gratuito per tutti.