Recuperare le ragioni della ragione scientifica

Dietro l’acronimo si cela l’Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici, affacciatasi alla ribalta con l’obiettivo della tutela della vita nascente. Al vertice Giuseppe Noia, responsabile del Centro di diagnosi e terapia fetale presso il Policlinico Gemelli di Roma , deciso a darne un’impronta particolare: priva cioè di supremazia ideologica e di steccati culturali. Ricca invece di libertà e umanità.

11_giuseppenoia_200x150Professor Noia, perché adesso e non prima?

“E’ vero, siamo nati il 25 marzo ’09 ma già da tre anni era iniziata una fase, come dire… di sondaggio. Rammento bene quando mi si chiese di partecipare ad una riunione della Mother Care International in Vaticano; anche quella era un’iniziativa che avrebbe potuto avere miglior sorte, invece il ramo italiano dell’associazione non vide mai la luce. Passò del tempo, nel 2008 il prof. Salvati della Casa editrice CIC mi chiamò mettendomi al corrente di voler realizzare un’associazione particolare, che inseguiva con particolare desiderio. Mi si offrì l’opportunità di capire cosa ci fosse in giro: allora feci appunto quel per capire se vi fossero possibilità, se vi fossero esigenze etiche, cliniche, culturali. Man mano che lavoravo attorno prendeva sempre più corpo una linea-guida di base: realizzare un qualcosa che non avesse alla base il fondamentalismo cattolico bensì apertura scientifica e onestà intellettuale. Guardandomi attorno vidi che in Italia c’erano circa 200 ginecologi disponibili a portare avanti l’associazione e a condividere l’approccio fondante, cioè rispondere a esigenze di verità scientifiche. Ecco perché adesso e non prima”.

Possiamo approfondire il passaggio inerente le verità scientifiche?

“Non vorrei che si pensasse male, ma occorre spendere il concetto di relativismo che abbonda nel nostro tempo e che nel campo che trattiamo ha creato otto cosiddette separazioni (4 di tipo scientifico-biologico: la pillola che separa la sessualità dalla fertilità; la fecondazione in vitro che premette di concepire fuori dal corpo; la clonazione: perché si concepisce senza spermatozoi; la fecondità separata dall’integrità genetica di specie: accade nei casi in cui un embrione è per il 97% umano e per il resto di animale)”.

E le altre quattro?

“Qui ci spostiamo su un terreno differente, siamo nell’antropologico: la pillola del giorno dopo; quella dei cinque giorni dopo; la RU-486; la difesa di alberi e animali che spesso divengono più importanti del cucciolo dell’uomo. A chi legge – ma anche a chi appartiene alla comunità scientifica o politica o sociale – vorrei inviare questo messaggio: per noi conta solo quello che si può fare a livello scientifico e quello che si evince obiettivamente a livello scientifico; è la scienza il terreno su cui incontrarsi. Non altri”.

Professore, dopo la sua precisazione mi permetta di offrire il mio punto di vista. Spesso, in Italia, si è soliti far scontare alcuni peccati: il “dove” si lavora è fra questi. Siamo il Paese dei preconcetti e la cosa che stupisce è che anche a livello scientifico – dove la mente dovrebbe essere assolutamente sgombra – si cada in tale errore.

“Se posso dire, vale una riflessione: i laici hanno il patrimonio culturale della scienza; la Chiesa cattolica il diritto/dovere di pronunciarsi su temi e argomenti. Se poi ciò che essa afferma coincide con la nostra posizione, allora…”.

Le chiedo: esisterà mai nel nostro Paese un tema – uno solo! – sul quale le due principali fazioni politico-culturali possono lavorare insieme senza barriere ideologiche e producendo qualcosa di utile per la collettività?

“Senza alcuna difficoltà le dico che su questi temi, così come su altri, occorre tanta informazione perché in giro ne esiste poca conoscenza e, purtroppo, anche poca consapevolezza. Certo, affrontare gli argomenti dal punto di vista etico è sempre apprezzabile ma vorrei si riflettesse pure su questo: e cioè che talvolta contano anche le ricadute sociali. La salute è una di queste o no?”. “Lo sa che il feto aiuta la madre? La cura! Le cellule staminali la proteggono… in passato si pensava che il flusso principale fosse madre-figlio!”.

Che tipo di progetti o di proposte porterà avanti l’A.i.g.o.c.?

“La nostra preoccupazione è: come viene usata la scienza? Mi ricollego alla sua precedente domanda. Interroghiamoci: conviene partorire o abortire? Facciamo i conti della serva: mettiamo insieme i problemi collegati ai suicidi post-aborto, alla depressione, alla sindrome post-abortiva, ai 2.200 euro che costa al servizio pubblico del Lazio l’IVG. Forse per la collettività sarebbe più vantaggioso – parlo di questo unico risvolto, economico – far sì che si nasca!”.
Insomma, un itinerario culturale che provi a recuperare le ragioni della ragione scientifica e anche di quelle filosofiche, giuridiche, antropologiche. Alla base, “La dignità della persona, accettabile da credenti e da non credenti perché fondato sull’evidenza”. Senza steccati e barriere, appunto.

 

Tratto da “prismanews.net”.

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Prof. Giuseppe Noia

"La diagnosi prenatale è una conoscenza, la devo usare per il servizio alla persona."

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